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Dal 1°luglio 2022 le banche per EROGARE nuovi finanziamenti e/o CONFERMARE quelli già in essere (linee di credito a revoca come gli scoperti di conto o le linee di credito autoliquidanti come gli anticipi su fatture), hanno bisogno del business plan!

È questa l’estrema sintesi delle nuove “Guidelines on Loan and Monitoring” (LOM), redatte dall’European Banking Autority (EBA), entrate in vigore già dal 30 giugno 2021 ma operative dal 01 luglio 2022 per i prestiti già esistenti e per quelli che richiedono rinegoziazioni o modifiche contrattuali.

È una vera e propria rivoluzione che coinvolge sia il sistema bancario sia il mondo delle imprese.
Le meno attrezzate ad affrontare il cambiamento saranno sicuramente le piccole e medie realtà aziendali, ovvero proprio il motore trainante dell’economia nazionale.

COSA CAMBIA CON LE NUOVE LINEE GUIDA?

Con le nuove linee guida EBA cambiano radicalmente la disciplina ed i criteri della concessione del credito nonché la cultura e l’ambito di operatività delle Banche che si stanno attrezzando ed organizzando per poter essere operativi in tal senso.

Nell’ambito dell’analisi del rischio di credito del cliente, l’EBA ha rivolto alle banche “l’invito” a valutare la capacità attuale ma SOPRATTUTTO FUTURA del cliente, con l’obiettivo finale di “promuovere” un approccio proattivo al monitoraggio della qualità creditizia, individuando per tempo il credito in via di deterioramento.

L’assonanza con i contenuti del nuovo Codice sulla Crisi d’Impresa è, a dir poco, impressionante. Anche in questo caso il “looking forward” (sguardo al futuro) è la linea conduttrice di ogni ragionamento.
Le linee guida EBA nascono con l’intento di migliorare le prassi, la governance e i processi adottati dalle istituzioni finanziare in fase di concessione e monitoraggio del credito e ciò è assolutamente lodevole ma richiede un cambio di passo alle PMI italiane che si troveranno presto a doversi misurare con politiche di gestione amministrative, fino ad oggi, sconosciute o inutilizzate ai più.

Attraverso queste linee guida dell’EBA, le banche valuteranno il merito creditizio non più solo su una analisi storica delle performance aziendali (cioè sulla base degli ultimi tre bilanci di esercizio o, in assenza, delle dichiarazioni dei redditi ma il deliberante sarà chiamato a verificare l’affidabilità, la coerenza e la sostenibilità economico finanziaria dei piani aziendali.

QUALI SONO LE OPERAZIONI DA FARE?

Pertanto risulterà necessario predisporre e aggiornare periodicamente il business plan, il documento che presenta e rappresenta il progetto di impresa, al fine di rendere finanziabile la propria azienda al sistema bancario.

In altri termini, per ottenere e/o mantenere linee di credito non sarà più sufficiente dimostrare di aver guadagnato in passato ma risulterà determinante fare apprezzare la strategia adottata per il futuro con una ottica previsionale di almeno 3 anni da aggiornare periodicamente (almeno ogni 12 mesi!).
Questo cambio culturale impone alle imprese a alle banche un preciso salto in avanti di conoscenze operative e metodi di lavoro.

Saranno sempre più necessari, sia nelle aziende che negli istituti di credito professionisti in grado di predisporre ed interpretare business plan adeguati allo scenario prospettico.
Sarà necessario affiancarsi a professionisti che dotati di strumenti e competenze aiuteranno le aziende a rappresentarsi in maniera adeguata di fronte alle banche.

Per predisporre un Business Plan che possa definirsi ATTENDIBILE, c’è bisogno di tempo e di un percorso che parta da lontano con analisi dello scenario nel quale si opera, valutazione della concorrenza, valutazione delle risorse interne, definizione delle strategie ecc.

Ecco perché è FONDAMENTALE che le imprese si attrezzino il prima possibile per poter rispondere alle richieste che perverranno dal sistema bancario oltre che, così come accennato, per essere in regola con le norme dettate dal Nuovo Codice della Crisi d’Impresa.

NUOVO CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA

Direttive EBA e Codice della Crisi risultano essere due facce della stessa medaglia perciò, se l’imprenditore vorrà continuare ad essere competitivo dovrà necessariamente adeguarsi rapidamente al nuovo sistema di governance.

Il percorso riformistico è partito nel 2017 (con il D.lgs 155/2017) e, a distanza di ormai 5 anni, possiamo solo dire che la maggior parte delle PMI è troppo indietro nel percorso di crescita.

È giunto il momento di NON TERGIVERSARE ULTERIORMENTE e di iniziare a ragionare secondo NUOVE LOGICHE quelle, già di per se, proprie della BUONA PRATICA ed ora anche IMPOSTE DAL SISTEMA BANCARIO e dalla NORMATIVA cogente.